
Negli ultimi tempi c’è stata una notizia che ha destato scalpore nel mondo della tecnologia: il debutto dell’assistente AI di DeepSeek ha sorpreso, la startup cinese è riuscita ad ottenere risultati eccezionali con risorse limitate. Quest’avvenimento ha avuto un impatto significativo sia sul piano finanziario che sulla percezione globale della competizione nell’ambito dell’intelligenza artificiale.
DeepSeek ha lanciato il suo assistente virtuale basato sul modello R1 che concorre direttamente con prodotti già consolidati come ChatGPT di OpenAI. Ciò che rende DeepSeek unico è la sua capacità di raggiungere prestazioni paragonabili utilizzando solo circa 2 milioni di GPU e completando l’addestramento nel giro di 55 giorni con un costo stimato di circa 5 milioni e mezzo di dollari. In confronta ad altre grandi aziende tecnologiche che investono cifre molto più elevate e fanno uso di infrastrutture più vaste per la creazione di modelli simili.
Le reazioni suscitate da questo evento sono state variegate: alcuni esperti considerano il successo di DeepSeek come una dimora delle capacità innovative della Cina nonostante le limitazioni imposte dagli Stati Unitii sulle esportazioni di tecnologia avanzata; altri manifestano preoccupazione per le implicazioni sulla sicurezza nazionale e la competitività futura delle aziende tecnologiche americane. In risposta agli interrogativii sollevati, i dirigenti di Microsoft e Meta hanno difeso i loro significativi investimenti nell’intelligenza artificiale sottolineando l’importanza di avere infrastrutture solide e continui sforzi di ricerca per mantenere un vantaggio competitivo. Nonostante le difficoltà incontrate nel percorso aziendale congiunto verso l’intelligenza artificiale (IA), mantengono un ottimismo saldo riguardo alla capacità delle proprie imprese di essere leader nell’innovazione tecnologica nell’ambito dell’IA.